In Cina, il frutto del giuggiolo costituisce una medicina "regale", agendo come tonico generale dell'organismo senza effetti collaterali dannosi. Si ritrova in alcune formule cinesi anticancro e la ricerca scientifica giapponese ritiene che aumenti le difese immunitarie. Il frutto, usato per lenire la tosse, può essere usato come tonico cardiaco e per ridurre gli effetti di avvelenamenti; viene prescritto insieme ai semi per ansia, insonnia, capogiri e sudorazione notturna.
Citazioni
«Nabach si chiama il frutto del sadar di cui esistono due specie spinose: una è l’afri, l’altra il dahal - la prima non ha spine ma foglie aguzze - la seconda ha foglie larghe e rotonde e il suo albero ha le spine - sono più dolci, di odore medio, aromatizzano la bocca di chi li mangia - i nabach di afri sono piccoli - i nabach di dahal sono più grandi - stimola l’appetito».
[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 21, Agrifolium]
«È il frutto di un albero detto asadar o saydar (Avicenna) - Dioscoride: lo chiama agrifolium - Serapione: c’è un altro nabach, corteccia di un albero detto nastatimon da Dioscoride - Serapione: proveniente dall’India, simile nel colore al croco e sono come le corteccie del moro di buon odore - In un «tacuino» è scritto che il nabach è comparabile ai nespilli e allo zaror che è più profumato dei nespilli».
[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 560, Nabach]
«Ma è veramente da credere, che se il Narcaphtho si ci porta, che egli sia il proprio Tigname delle spetiarie, come si puo affermare per diverse conietture. Imperoche tigname non vuole rilevare altro, che thymiama: e thymiama in Greco non rileva altro nel nostro volgare, che profumo […] Chiamano il Narcaphtho […] il vulgo Tigname, gli Arabi Nabach» (Da I Discorsi di P.A. Mattioli, capitolo «Del Narcaphtho», p.47).