In fitoterapia, viene largamente utilizzata per le più svariate patologie. I principi chimici attivi e utili sono soprattutto nelle sue radici e sono circa 80, i più presenti sono delle molecole dei lattoni non steroidei detti witanolidi, di proprietà principalmente antinfiammatorie e anticancerogene, e, in minor quantità, saponine e più alcuni alcaloidi come la witanina, la witaninina, la witasomnina (quest'ultima favorirebbe la regolarità del sonno), miste a tracce di nicotina e scopoletina. Contiene anche elevato ferro non eme, per cui ha anche proprietà anti-anemiche. È conosciuta ed utilizzata sin dall'antichità in medicina indiana, in particolare ayurvedica, come tonico ed adattogeno, da cui il nome di ginseng indiano, più proprietà immunomodulatrici e antinfiammatorie.
Citazioni
«Serapione: ci sono quattro specie: una sola si mangia ed è un’erba non grande con moltissimi rami, foglie nere simili a quelle del bedarog (ovvero ozimo fluviale c.87), più grandi e larghe - ha seme rotondo di colore verde e nero, ma quando matura diventa rosso e, rotto, si trova all’interno molta umidità e granelli che ne sono i semi - c’è ne è un’altra specie sonnifera con rami molti e spessi, difficili da rompere, pieni di foglie nelle quali c’è un’umidità che aderisce alle mani, ed ha un fiore piccolo rosso sangue, seme giallo, radice non grande, corteccia color rosso, nasce in luoghi aspri e sassosi - un’altra specie si chiama maniale perché fa impazzire, e un’altra si chiama furiale perchè provoca furia
(nell’indice Uva vulpis è riportato erroneamente al c.324)».
[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 325, Hameb]
Le quattro specie succitate sono così denominate da Mattioli: Solatro hortolano, Halicacabo, Solatro sonnifero e Solatro furioso.