Agli estratti di foglie, ricchi di flavonoidi e polifenoli, sono attribuite proprietà antinfiammatorie, di miglioramento della microcircolazione e di inibizione della formazione di edemi. Il loro impiego è interno ed esterno, per prevenire e trattare l'insufficienza venosa cronica. Anche il vino è ancora occasionalmente usato a scopi terapeutici come ricostituente e appetizzante. Infine, hanno recentemente raggiunto popolarità i resveratroli (derivati dello stilbene), sintetizzati dalla pianta come fitoalessine per la protezione da funghi e raggi UV: oltre a contenere principi attivi antiossidanti, sembra che un loro consumo moderato e regolare eserciti una blanda azione protettiva contro i disturbi cardiocircolatori. L'olio raffinato dei semi ha anche proprietà curative per la pelle.
Citazioni
«Fiore della vite agreste - detta, con altro nome, lambrusca - i suoi fiori profumatissimi vanno seccati all’ombra e conservati in vaso - la migliore qualità è siriana».
[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 239, Enantium]
«Dalla regione Falerna, che è presso Napoli - vino Falerno utile alla digestione - molto bevuto può danneggiare tutto il corpo».
[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 255, Falernium]
«Serapione: vite domestica e selvatica, bianca e nera - steli lunghi legnosi aspri, la domestica è la vite del vino e la selvatica è chiamata in greco ampeleos agria - foglie simili allo strigno degli orti (c.325), ma più larghe e più piccole - fiori come capelli, e il seme come il botro (c.105) che quando matura prende colore rosso e forma tondeggiante - il fiore della specie detta lambrusca è detto ynantus ed è maschio (c.239) - è una pianta nella quale ci sono dei grani piccoli simili agli acini piccoli dell’uva, e con un altro nome si chiama cocurbita o brionia, che ha delle foglie simili all’edera, che però si allargano di più come quelle della semitas. Anche questa pianta avvolge le piante a cui sta vicina e si sospende con i viticci».
[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 307, Haarim]
Silvatico confonde e riunisce in un unico capitolo specie appartenenti a famiglie diverse quali la Vite, la Brionia comune, ad una non bene identificata pianta della famiglia delle Cucurbitacee.
«Per frizioni - spugna prima bagnata nell’olio di rosa e poi nell’aceto - messa sulla fronte è utile contro il mal di testa da colpo di sole - il suo fumo giova ai disturbi dell’orecchio, come tintinnii».
[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 676, Thal]