Oggi questa droga, estremamente tossica, trova uso solo in estratti standardizzati come ingrediente di preparati pronti contro lievi insufficienze cardiache. Più usati invece il glicoside puro proscillaridina A o la sostanza semisintetica meproscillarina. L'effetto cardioattivo è più potente, ma allo stesso tempo meno duraturo che nei glicosidi della Digitale purpurea, e anche l'azione diuretica è considerata maggiore. La terapia antroposofica predilige i ceppi a bulbo bianco, mentre l'omeopatia sfrutta i ceppi a bulbo rosso (con una percentuale precisa di scilliroside), per esempio contro insufficienza cardiaca, problemi di svuotamento vescicale e raffreddori. Questi ultimi sono inoltre usati sin dall'antichità come veleno per topi.
Citazioni
«È un’erba con foglie abbastanza più grandi del giglio - i latini la chiamano cipolla dei topi perché uccide i topi - ha un olio che inclina al colore nero - se ne traggono un vino e un aceto e dal suo grande bulbo che è la sua radice si fa l’aceto squillitico».
[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 345, Haurifel]