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Thalictrum flavum L. - Pigamo Giallo

Sotto la forma di Thalictron, venne già usato da Dioscoride e Plinio. Esistono più ipotesi sulla genesi del genere, le più accredidate sono: 1) secondo Miller deriva dal greco e significa "verdeggio" per indicare il colore dei giovani getti. 2) deriva dal greco "thallein" = " verde" e "ictar" = " vita" in allusione alla rapidità con cui vegeta. 3) deriva dal greco "thallo" = "prosperare" per l'ampia distribuzione del genere. Nella medicina popolare è chiamato"rabarbaro dei campi" forse perchè la radice di questa pianta veniva usata come lassativo e diuretico; le foglie servivano per preparare infusi purgativi. Dalle radici si estrae la "macrocarpina" utilizzata come principio tintorio nel campo tessile perchè da un colorante giallo. Per gli erbivori è una pianta velenosa. Per il portamento elegante, tutte le piante di questo genere, possono essere utilizzate per ornamento nei giardini rocciosi e meglio ancora se alpini, l'importante è mantenere un substrato ricco di sostanze organiche e un buon grado di umidità nel terreno.

Citazioni

«Terzo genere della ruta - Macedonia e Gallazia - fiore bianco - seme quasi rosso, 3 angoli, gusto amaro - come il pepe si raccoglie in autunno - pianta che esce da una sola radice con molti rametti - foglie simili alla ruta, più molli, con odore pesante - probabile identificazione con la cicuta, come appare nella voce armel nell’autore Habix».

[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 56, Armel]
«Serapione da Dioscoride: la selvatica non è commestibile, a differenza della domestica che nasce intorno al fico e ai cocomeri, ed è un cibo conveniente - un’altra ruta selvatica nasce in Macedonia e Galizia d’Asia e si chiama moly o armolam: l’arbusto ha una sola radice che ha molti steli con foglie più larghe della domestica, ma molli con odore grave - fiori bianchi e teste più grandi della domestica, divise in tre parti - il seme è rossastro e trigono, di gusto amaro - in tempi antichi con aggiunta di miele, vino, fiele di cappone, croco e succo di maratro deterge la caligine dagli occhi - estingue il desiderio del coito - masticata dopo aver mangiato cipolle o aglio, ne toglie il fetore - antiveleno - lo insegna il re del Ponto il quale, temendo le insidie del fratello, prendeva a stomaco vuoto foglie di ruta con due noci e altrettanti fichi più il sale a digiuno - il succo asperso sui pulcini li salva dal nibbio - si ritiene che quella che nasce in Macedonia, sul fiume Archimon, sia letale».

[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 613, Rutha]
La descrizione morfologica e i nomi utilizzati per definire il semplice suggeriscono di identificare, per questo capitolo, più specie vegetali.



Nel commento a Dioscoride di Mattioli viene operata una distinzione tra la Ruta vera e propria (a sua volta distinta in Ruta domestica e selvatica) e la Ruta selvatica o Harmala, da non confondere con Harmel o Armel (cfr. c.56 - Armel), che è la cicuta.



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Thalictrum flavum L. - Pigamo Giallo

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