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Mandragora autumnalis Bertol. - Mandragora

La vistosa radice, ingrossata come una rapa, spesso bipartita, in cui si ravvisava una forma antropomorfa a cui erano attribuiti poteri magici, era molto apprezzata in passato soprattutto come sonnifero e analgesico per interventi chirurgici. I preparati pronti a base di estratti della droga sono stati prima assoggettati a obbligo di prescrizione e poi ritirati dal mercato. Oggi solo in diluizioni omeopatiche, per esempio contro disturbi cardiocircolatori, epatobiliari, dolori da sciatica e cefalee.

Citazioni

«Due specie: maschio e femmina - Serapione: la femmina è nera e si chiama landachis o bandachis o lactuca per la somiglianza con l’omonima verdura - le foglie sono grosse e di odore pesante - si stendono sul suolo - in mezzo alle sue foglie c’è qualcosa di simile al mespillo (=zarar) ed il lofach (=frutto della mandragora) è di colore citrino di buon odore, in esso ci sono grani simili a quelli del pero e ha grandi radici, in media due - tre aderenti tra loro, nere fuori e bianche dentro, con corteccia spessa - e questa specie di mandragora non ha stelo - il maschio invece è bianco ed è chiamato antimon - foglie larghe, bianche, simili a quelle della sicla e morbide, frutti duplici più grandi di quelle della specie succitata - color giallo, buon odore con un pò di gravezza - neanche questa specie ha stelo - Avicenna: la radice del maschio è fatta a modo della figura dell’uomo - Serapione: nasce all’ombra - radice grossa come un pollice - calma gli ascessi oculari - cura l’erisipola - un’altra specie detta marbus è usata dai chirurghi che vogliono incidere qualche membra - ancora Serapione riporta una notizia attinta da Rasis il quale disse che un tempo una fanciulla babilonese mangiò cinque pomi di mandragora e cadde sincopizzata (vittima di una sincope); si riprese perché qualcuno le versò sul capo acqua di neve - Io (EGO) vidi uomini che mangiarono la radice per ingrassare e capitò loro quel che accade agli uomini che entrano nel bagno dopo aver molto bevuto ed infatti il loro volto diventò assai rubicondo e rosso - e lo stesso autore Dioscoride dice che la mandragora è afrodisiaca».

[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 496, Leborat]
La descrizione morfologica e i nomi utilizzati per definire il semplice suggeriscono di identificare, per questo capitolo, più specie vegetali.



Mandragora femmina = Mandragora autumnalis Bertol.; Mandragora maschio = Mandragora officinarum L.



Mattioli, nei suoi Discorsi, riporta la differenza tra individuo maschio ed individuo femmina, così come si evince dal testo di Dioscoride. Nel commento viene anche riportata - come «cosa favolosa» - l’antica credenza circa l’urlo emesso dalla pianta nel momento in cui essa viene strappata dal suolo. Tale urlo, se ascoltato, può uccidere l’uomo raccoglitore.



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Mandragora autumnalis Bertol. - Mandragora

Pianta
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