In Asia, i fiori profumano i dessert e il tè cinese. In Thailandia, le ghirlande di gelsomino sono usate nelle cerimonie tradizionali e godono del rispetto dei buddisti, mentre in India il gelsomino giallo viene offerto a Shiva e Ganesh. Nell'Asia sudorientale, l'infuso di fiori è un rinfrescante per gli occhi; le foglie e le radici curano la febbre e le ustioni.
Citazioni
«Pianta con fiore bianco (anche citrino, meno caldo e secco del bianco) e con profumo di cedro - un’altra specie con il fiore celeste - il citrino si trova in Babilonia - Avicenna parla di tre specie: bianca, giallo-verde e purpurea
(Zabach è riportato erroneamente nell’indice al c.326)».
[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 376, Iesemin]
Mattioli, nel commento al capitolo di Dioscoride sull’unguento Iasmino, corregge la falsa convinzione che la descrizione fatta del medico greco si riferisca alla pianta di gelsomino: egli chiarisce infatti che «Iasmin», vocabolo greco, sta a significare «violato» cioè unguento estratto da viole bianche (Da I Discorsi di P.A. Mattioli, capitolo«Del Leucoio o Viola bianca», p.427-428) e che quindi Dioscoride, nella descrizione dell’unguento Iasmino, fa riferimento a questo tipo di pianta. Secoli dopo Serapione «grandissimo, e fidelissimo imitatore e interprete di Dioscoride» chiarisce che una cosa è la viola e un’altra il gelsomino (pianta del resto non conosciuta da Dioscoride, perlomeno la specie arabica Jasminum sambac Wahl.), ma assegna a quest’ultima il nome greco di Iasmin e non quello arabo di Sambac o Zambac, ingenerando così l’equivoco sull’interpretazione del testo di Dioscoride.
Cfr. c.157 (Cheiri); c.698 (Vesum).