Occorre cautela quando si maneggia l'Euforbia catapuzia, E. lathyris L. (foglie opposte decussate, origine E Mediterraneo), spesso piantata nei giardini per allontanare arvicole e talpe. I suoi semi oleosi, presenti nel HAB34, sono utilizzati in diluizioni omeopatiche per infiammazioni cutanee e per tosse.
Citazioni
«La specie maggiore è come un albero di fico - la minore ha foglie simili al platano e i semi stanno sull’albero come acini d’uva - detto anche sesamo agreste oppure “custode dell’orto” - Serapione: la maggiore è grande come un fico, con foglie simili al dulb, ma più grandi, dolci, nere - stelo e rami cavi come una canna - seme aspro (=rugoso), sbucciato è simile al kirat e se ne ricava un olio (olio di kerva) - la minore è annoverata da molti tra le specie che danno lattice - stelo di un braccio, concavo, spesso un dito, al sommo dello stelo ci sono rametti e le foglie sono sia sullo stelo che sui rametti - le prime sono più lunghe e simili al mandorlo, ma più larghe e dolci - le altre foglie sono più piccole e simili all’aristolo e all’edera - frutto al sommo dei rametti, triangolato, quasi rotondo come un cappero - all’interno semi divisi da pareti, neri all’esterno e bianchi all’interno, dolci».
[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 143, Cataputia]
«Dioscoride: tirso oblungo grande un dito, cavo, che porta al sommo un ramoscello diffuso (da cui si dipartono foglie oblunghe) - frutto triangolare e tondeggiante come un cappero, nel quale sono contenuti, in una membranula, tre grani sotto la corteccia».
[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 494, Lativa]
«Plinio ha il tirso oblungo in forma di dito, cavo, al sommo porta un frutto triangolare quasi tondo come un cappero con tre grani sotto una membrana (vedi lativa)».
[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 497, Lectura]