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Dipsacus fullonum L. - Scardaccione

In passato la medicina popolare usava la radice di Cardo soprattutto per la pelle screpolata. In uso interno si attribuivano alla droga proprietà diuretiche e sudorifere nonché eupeptiche, perciò era utilizzata per malattie della pelle e affezioni reumatiche. La medicina ufficiale invece non ne ha mai fatto uso. L'omeopatia la impiega occasionalmente per esempio per malattie della pelle.

Citazioni

«Due specie: maschio e femmina - frutice spinoso con un lungo stelo pieno di spine - foglie in circolo simili alla lattuga - su ciascun nodo hanno due foglie - Serapione: è una specie che ha uno stelo lungo e spinoso - due foglie che abbracciano lo stelo simili alle vesciche d’acqua con una concavità nella quale si raccoglie la pioggia, da cui il nome dipseus che in greco significa assetato - sopra ogni ramo c’è un capitello simile all’echimo marino - spaccato rivela dei vermiculi - semi simili ai vermiciattoli; e questo è il soggetto maschile - Serapione: si sparge sulla terra come gramigna con foglie simili alla ruta - vicino ad ogni foglia, il seme - per questo si chiama maschio ed ha fiore rosso - ma la femmina è quella che Serapione chiama in persiano berserianum e Dioscoride poligonos, ed è la centumnodia femina che in arabo si chiama hersiarbay e in latino coda di volpe ed è, secondo Serapione, una pianta piccola, con stelo unico, tenero, simile alla canna, con dei nodi da cui escono foglie simili a quelle del pino - Avicenna: il maschio è più efficace in medicina».

[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 215, Dipseus]
Nei Discorsi di Mattioli, nel capitolo dedicato al Dissaco o Labro di Venere, si legge di una correzione fatta a Silvatico: «Et però ho pensato io che non dagli Arabi sia stato dato il nome di Verga di pastore al Dissaco: ma da quelli spetiali, che più si sono còfidati nelle loro Pandette, che in tutti gli altri buoni e approvati autori percioché quivi Mattheo Silvatico autore di tale opera al cap. CCV.(1) chiama il Dissaco Verga di pastore, confondendo scioccamente questo con il poligono; non accorgendosi, che la Verga di pastore de gli Arabi è la Corregiuola, overo Centinodia volgare, chiamata sanguinaria, e poligono da Dioscoride, e non il Dissaco più differente da quello, che le lepri da gli orsi». (da I Discorsi di P.A. Mattioli, capitolo «Del Dissaco, overo Labro di Venere», p.336).



Effettivamente Silvatico, in questo capitolo, riporta due differenti descrizioni di Serapione, le quali identificano due specie diverse: il dipseus ed il poligonos, quest’ultimo descritto, nelle due forme (maschio e femmina), al capitolo 335 delle Pandette (Harsiarbay).



(1) La nostra numerazione dei capitoli tiene conto della normale progressione aritmetica; la numerazione originale del capitolo delle Pandette è 205, così come scrive Mattioli; ciò sicuramente per un refuso nell’edizione del 1523.

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Dipsacus fullonum L. - Scardaccione

Pianta
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