PARTI UTILIZZATE O DROGA: foglie(marzo/settembre),fiori(luglio/agosto) PRINCIPI ATTIVI:o.e. cumarine, tannini,flavonoidi PROPRIETA’:stimolante,digestivo,aromatico,stomachico,vermifugo, eupeptica,appetizzante,diuretico. MODO D’ USO:usato in infuso e tintura. Il Dragoncello è utilizzato soprattutto come erba aromatica per insalate e conserve di verdure, per la produzione di aceto, senape di Dragoncello o salse (salsa bernese). Il nome deriva dal latino “dracunculus”che sta per piccolo serpente,per l’aroma pungente e per la forma delle radici.
Citazioni
«Ci sono tre tipi di artemisia: grande, piccola e media.
Per il momento, parleremo dell'artemisia grande. Essa cresce nei luoghi sabbiosi, in montagna, ma anche nei giardini. È calda e secca al terzo grado. È la madre di tutte le erbe e i Romani la chiamano "regia". Le sue foglie tendono al bianco, sono lunghe ed hanno la forma della canapa; in medicina esse vengono utilizzate fresche. Le foglie ed i fiori sono di gran lunga migliori delle radici.
L'artemisia grande è efficace contro la sterilità femminile quando questa è provocata da un'eccessiva umidità, ma è nociva quando essa è dovuta ad un'eccessiva secchezza. La causa può essere determinata in base alla corporatura della donna, vale a dire dal fatto che ella sia grassa o magra. Prendere della polvere di artemisia con della radice di bistorta e della noce moscata in parti uguali, quindi candire con del miele in modo da ottenere un elettuario che verrà somministrato, al mattino e alla sera, con un decotto della pianta. Ma ancor più efficace è un bagno nel quale saranno state cotte foglie d'artemisia e di lauro. È anche possibile preparare un fomento con questo decotto ed applicarlo sulla parte del corpo corrispondente all'utero.
Quando i fiori sono in ritardo, fare un pessario di succo di artemisia oppure somministrare l'acqua nella quale è stata cotta la pianta.
Contro i tenesmi causati dal freddo, riscaldare il retto del malato con dei vapori di colofornia bruciata sui carboni; quindi riscaldare l'artemisia su di una tegola, appoggiarla anch'essa calda su una pietra di mulino e farvi sedere il malato. È un rimedio ormai collaudato.
Contro le ghiandole al retto, incidere con la lancetta, quindi ricoprire con polvere di artemisia e di marrubio.
Contro i mal di testa chiamati cefalee o emicranie, somministrare della pietra di natura calda ridotta in polvere con un decotto di artemisia fatto nel vino.
Pestare l'artemisia e applicarla sul petto: vi toglierà qualunque dolore».
[cit. Le livre des simples médecines, ms. 12322 Bibliothèque Nationale de Paris]