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Punica granatum L. - Melograno

L'isopelletierina paralizza la muscolatura delle tenie, che vengono poi espulse mediante la somministrazione di un purgante. In passato il tenore tannico di questa droga ha spesso provocato gastriti, ipertensione e, in caso di sovradosaggio, avvelenamento da alcaloidi con disturbi della visione e vertigini, fino a casi di morte. Essendo oggi in commercio farmaci più tollerati, il suo utilizzo è stato abbandonato. Da qualche tempo, sono vendute come integratori alimentari, preparazioni a base dei frutti che, con il loro contenuto particolarmente alto di sostanze polifenoliche, dovrebbero aiutare a prevenire malattie causate dallo stress ossidativo. Estratti di olio di semi di melagrana si trovano in prodotti per la cura dei capelli e della pelle. Tra le indicazioni omeopatiche, disturbi gastrointestinali e vertigini.

Citazioni

«Fiore di melo granato silvestre (vicino a quello domestico) - bianco o rosso - Persia, Egitto».

[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 75



6, Balaustria]
Mattioli così segnala le differenze codificate da Dioscoride tra i fiori di melograno: «...È differenza nel nome de i fiori tra Dioscoride con tutti gli altri Greci e Plinio imperoche Dioscoride chiama Citino il fiore del melagrano domestico; e Balaustio quello, che produce il salvatico. Ma Plinio discordando da questo sentimeto (secondo che al VI. cap. del XXIII. lib. distintamente si vede) chiama Citino tanto il fiore del domestico, quanto quello del selvatico non aperto; e Balaustio chiama il fiore di qual si voglia di loro, ogni volta che sia aperto fuori.» (da I Discorsi di P.A. Mattioli, capitolo «Del Melagrano», p.137)



Cfr. c. 90 (Bel = frutto); c.202 (Darsisahan = melograno inselvatichito); c. 369 (Hurnam = melograno domestico); c.526 (Malamusch = endocarpo fibroso); c.549 (Michad = radici); c.602 (Ramich = confezione a base anche di buccia di melagrana)
«Frutto rotondo come la nocciola senza corteccia nel quale c’è un seme simile al dore (dora = mellica, panicum) - stessa virtù dello zenzero».

[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 90, Bel]
Cfr. c. 76 (Balaustia = fiore); c.202 (Darsisahan = melograno inselvatichito « il cui frutto si chiama bel»); c. 369 (Hurnam = melograno domestico); c.526 (Malamusch = endocarpo fibroso); c.549 (Michad = radici); c.602 (Ramich = confezione a base anche di buccia di melagrana).
«Albero - il frutto si chiama bel - frutti simili a quelli domestici tra rosso e verde e nel frutto ci sono grani rossi rotondi della grandezza di un seme di lentisco - le radici sono grasse e bianche e si raccolgono in Hazmen - Dioscoride: due specie, una con rami spinosi e corteccia purpurea - nasce in Rodi - l’altra è bianca, legnosa ed è quella che Serapione chiama mahat».

[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 202, Darsisahan]
«Astringente - Rabi Moises: citando Galeno dichiara: ha una proprietà miracolosa: fa in modo che il cibo non si corrompa nello stomaco - la corteccia è più attiva del frutto, ma il frutto che cade dall’albero è più attivo della corteccia».

[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 369, Hurnam]
«Serapione su autorità di Isaac Benaram: lanuggine che investe un melograno poco aperto come la rosa di colore tra biancastro, rosso, verde; in mezzo ha un fiore dello stesso colore con sapore allappante - Galeno: muschio del melograno, al suo posto si può usare lo stesso peso di cumino carmeno o la terza parte di peso del costo - ed ha virtù come il nardo».

[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 526, Mala matiana]
«Radici (vene) dell’albero del granato silvestre che nasce in Seni (India) e Corascen (Armenia) - sono grosse e bianche - i frutti sono simili ai domestici: colore tra rosso e verde - i grani sono rossi, rotondi, grandi come i semi di lentisco».

[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 549, Michad]
«è una preparazione o confezione, a partire dai datteri verdi, scorza di melograno o erbe rugose - (segue ricetta particolareggiata)».

[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 602, Ramich]
Essa, assieme al Suc (c.659), appare come l’unico esempio di preparazione composta da più elementi, in un’opera, le Pandette, dedicata alle sostanze semplici.
«Confezione della gallia muscata: prendi il miglior ramich (= da cortecce di melograni o da datteri acerbi); pestalo, passalo al setaccio medio, rimestalo con un pò di olio di cheiri o di sesamo (ma il cheiri é il migliore), lascialo una notte nel suo vaso, la mattina prendi il miglior muschio e ripeti l’operazione - con la pasta ottenuta farai la forma delle ossa delle dita, li fai stare tre giorni a seccare; bucali, infilaci uno spago e sospendili fino all’estate - astringente - ferma il vomito dovuto all’umidità - antiemetico».

[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 659, Suc]



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